L’impatto ambientale dei grandi festival musicali e le iniziative sostenibili

Festival Musicali: Divertimento a Impatto Zero?

L’estate è la stagione dei festival musicali, un’esplosione di musica, divertimento e aggregazione. Ma quale impatto hanno questi eventi sull’ambiente? Dietro le quinte di concerti e spettacoli, si nasconde una realtà fatta di consumo di risorse, produzione di rifiuti ed emissioni. Fortunatamente, la consapevolezza cresce e molti festival stanno adottando pratiche innovative per ridurre la loro impronta ecologica. Questo articolo esplora le sfide e le soluzioni per un futuro in cui musica e sostenibilità possano coesistere in armonia.

L’Impronta Ecologica dei Festival

I grandi eventi musicali, pur essendo momenti di gioia e condivisione, comportano un impatto ambientale significativo. I numeri parlano chiaro: nel Regno Unito, i festival producono annualmente circa 23.500 tonnellate di rifiuti, mentre negli Stati Uniti si raggiungono cifre tra le 53.000 e le 100.000 tonnellate. Il Coachella, ad esempio, può arrivare a produrre 100 tonnellate di rifiuti al giorno. Ma non è solo una questione di rifiuti. Un singolo partecipante genera in media 0,7 kg di rifiuti, che diventano 1,92 kg nei festival con campeggio. A questo si aggiunge l’enorme consumo energetico: un festival può arrivare a consumare 30.000 megawatt di elettricità in un solo fine settimana, l’equivalente del fabbisogno di una piccola città. Basti pensare all’energia necessaria per alimentare palchi, luci, impianti audio e video. La gestione dei rifiuti, soprattutto nelle aree campeggio, rappresenta una sfida complessa. Spesso, fino all’80% dei rifiuti totali proviene proprio da queste zone, con tende e attrezzature abbandonate che contribuiscono alla cultura dell’\”usa e getta\”. Secondo alcune ricerche, il 60% dei frequentatori di festival abbandona la propria tenda al termine dell’evento.

Trasporti: la Sfida della Mobilità Sostenibile

Uno degli aspetti più critici, in termini di impatto ambientale, è rappresentato dai trasporti. La maggior parte delle emissioni di CO2 di un festival deriva proprio dagli spostamenti dei partecipanti, che spesso raggiungono le location in auto. Nel Regno Unito, si stima che l’80% delle emissioni totali di un festival sia dovuto ai viaggi del pubblico. Per affrontare questo problema, molti festival stanno implementando soluzioni innovative. Oltre a promuovere l’uso di mezzi pubblici, come treni e autobus, si stanno diffondendo iniziative di car pooling e l’organizzazione di navette dedicate. Alcuni festival, come il Moncalieri Jazz Festival, offrono addirittura sconti sui biglietti per chi utilizza il servizio navetta, incentivando scelte di trasporto più sostenibili. In Italia, la collaborazione tra RAI e Trenitalia per il Festival di Sanremo ha promosso l’uso del treno, un mezzo di trasporto a basso impatto, per raggiungere l’evento. Altri festival incoraggiano l’uso della bicicletta, allestendo parcheggi custoditi e offrendo servizi di noleggio.

La Gestione dell’Acqua: Una Risorsa Preziosa

L’acqua è un’altra risorsa fondamentale che viene utilizzata in grandi quantità durante i festival. Oltre al consumo diretto, è importante considerare l’acqua necessaria per i servizi igienici e le docce. Per ridurre l’impatto, molti festival stanno adottando soluzioni innovative. L’uso di servizi igienici a secco, che non richiedono acqua per lo scarico, è una pratica sempre più diffusa. Alcuni festival sperimentano il riciclo delle acque grigie, trattandole e riutilizzandole per scopi non potabili, come l’irrigazione. La fornitura di acqua potabile tramite distributori, incoraggiando l’uso di borracce riutilizzabili, è un’altra strategia efficace per ridurre il consumo di bottiglie di plastica. Iniziative come queste dimostrano come sia possibile gestire in modo responsabile una risorsa preziosa come l’acqua, anche in contesti di grande afflusso.

Festival all’Avanguardia: Esempi Virtuosi in Europa

Fortunatamente, la sensibilità verso la sostenibilità sta crescendo e molti festival si stanno trasformando in veri e propri \”laboratori\” di buone pratiche. In Europa, diversi eventi stanno dimostrando che è possibile coniugare musica e rispetto per l’ambiente. Il festival francese We Love Green, ad esempio, è un vero e proprio pioniere, con un approccio olistico che coinvolge ogni aspetto dell’evento: dall’energia rinnovabile al cibo locale e vegetariano, dalla gestione dei rifiuti all’utilizzo di materiali riciclati per le scenografie. Anche il festival olandese DGTL di Amsterdam si distingue per il suo impegno, puntando a diventare il primo festival circolare al mondo, con un sistema di analisi del flusso di materiali e l’utilizzo di pannelli solari per alimentare il palco. Il Shambala Festival, invece, è un esempio di come si possano usare fonti di energia alternativa e ridurre gli sprechi.

L’Impegno Italiano: Festival Sostenibili da Nord a Sud

Anche in Italia, la scena dei festival musicali sta mostrando un crescente interesse per la sostenibilità. “Jazz Takes The Green“, ad esempio, è la prima rete italiana di festival jazz ecosostenibili, che riunisce 17 eventi in 11 regioni, adottando i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per ridurre l’impatto ambientale. Il “Fano Jazz By The Sea” è un altro esempio virtuoso, con il suo palco in materiali ecocompatibili, l’illuminazione LED, la gestione dei rifiuti \”plastic free\” e la promozione della mobilità sostenibile. Ma non sono gli unici. Il Wanderlust Monte Bianco, powered by Flowe, ha realizzato un’edizione a impatto zero, compensando le emissioni di CO2 con progetti di riforestazione. L’Heroes Festival, invece, si concentra sulla rigenerazione urbana e sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Anche il Moncalieri Jazz Festival è molto attento all’ambiente, usa navette e promuove il riuso.

Artisti in Prima Linea per un Futuro Sostenibile

La sensibilità ambientale non riguarda solo gli organizzatori dei festival, ma anche gli artisti stessi. Sempre più musicisti si stanno impegnando in prima persona per ridurre l’impatto dei loro tour e promuovere un messaggio di sostenibilità. Il tour “Music of the Spheres” dei Coldplay è un esempio emblematico, con l’utilizzo di batterie alimentate da energia rinnovabile, piste da ballo cinetiche e un impegno concreto per la riduzione delle emissioni. Anche i Massive Attack hanno intrapreso un percorso simile, pubblicando una “Roadmap to Super Low Carbon Live Music”. Organizzazioni come Reverb e A Greener Future (AGF) offrono supporto all’industria musicale per adottare pratiche più sostenibili. In Italia, gli Eugenio in Via Di Gioia hanno raggiunto il Festival di Sanremo in bicicletta, lanciando un segnale forte sull’importanza della mobilità sostenibile.

Verso un Futuro di Festival Sostenibili

La strada verso festival musicali a impatto zero è ancora lunga, ma la direzione è tracciata. La sfida è ambiziosa, ma necessaria: coniugare il divertimento e la cultura con il rispetto per il pianeta. E tu, cosa puoi fare? Puoi iniziare scegliendo festival che dimostrano un impegno concreto per la sostenibilità, informandoti sulle loro iniziative e certificazioni ambientali. Puoi optare per mezzi di trasporto sostenibili, come il treno, la bicicletta o il car pooling. Puoi ridurre i tuoi rifiuti, utilizzando borracce e stoviglie riutilizzabili e facendo attenzione alla raccolta differenziata. Ogni piccolo gesto conta, perché la musica del futuro sia davvero in armonia con l’ambiente.

Le protesi ai glutei delle star musicali

A partire dalla seconda metà del 1900, i festival sono diventati la forma più diffusa di aggregazione in occasione di eventi soprattutto musicali (ma anche cinematografici, enogastronomici e così via), attirando a ogni appuntamento decine, se non centinaia di migliaia di persone.

Se a noi tutto ciò sembra ampiamente familiare e scontato, potreste rimanere sorpresi scoprendo che prima del Newport Jazz Festival, prima del Monterey Pop Festival, di Woodstock e di Jimi Hendrix, esisteva già ai tempi degli antichi greci una sorta di festival. Ciò accadeva in occasione delle gare sportive, non di rado accompagnate da musica, danze, balli e tanta birra. Suona tutto molto attuale, no?

Da quell’epoca ormai remota nel nostro passato, ma che ha lasciato una forte eredità, abbiamo dovuto aspettare più di duemila anni per ritrovarci di nuovo al cospetto di beniamini come Bob Dylan, Carlos Santana, Joan Baez, Radiohead, Miley Cyrus ecc.

Oggi che la scena dei festival si è consolidata, ha creato un vero e proprio trend che si è consolidato attorno ad alcuni eventi esclusivi e famosi a livello planetario, dove si esibiscono i migliori musicisti e performer del mondo. A farla da padrone negli ultimi anni sono le dive della scena hip-hop statunitense e non solo, da Jennifer Lopez a Beyoncé, da Rihanna a Dua Lipa.

La loro bravura nell’interpretare le esigenze delle nuove generazioni si sposa con una straordinaria bellezza fisica, spesso prorompente, che in certi casi mette in risalto le loro protesi glutei. Sì, perché queste artiste sfruttano ogni loro dote per poter creare degli spettacoli unici duranti i quali la gente resta ammutolita: oltre alle innate qualità canore, alla capacità di ballare e realizzare coreografie straordinarie, vi è anche una bellezza sempre più esotica e ricercata, enfatizzata in tutti i dettagli anche grazie a ritocchi estetici, come le protesi ai glutei che permettono di sfoggiare un fondoschiena sodo, sporgente e abbondante.

Molte di queste performer hanno sperimentato le tecniche più innovative in materia di chirurgia plastica, sottoponendosi a interventi di ultima generazione che donano loro un aspetto totalmente naturale che ne migliora l’estetica. Tali protesi non fanno altro che tonificare i muscoli dei glutei modellandoli come se ci si allenasse intensamente, creando un “lato b” perfetto: i chirurghi adottano ormai soluzioni non invasive che eliminano tutti i disagi connessi alle precedenti tecniche di operazione.

A tal proposito, la regina incontrastata del fondoschiena ritoccato è la seducente star americana Kim Kardashian: attrice, presentatrice, modella, cantante, un vero e proprio camaleonte al centro dell’attenzione per far parlare di sé. La Kardashian non ha mai nascosto il suo rapporto molto stretto con la chirurgia plastica, sottoponendosi nel corso degli anni a tanti interventi sia al seno che ai glutei.

C’è poi la rapper statunitense Nicki Minaj, oggi famosa in tutto il mondo sia per le sue qualità musicali che per il suo “lato b” particolarmente voluminoso: anche lei ha ricorso alle protesi al silicone per i suoi glutei, meritandosi una menzione d’onore per il suo sedere a dir poco esplosivo.

Dall’antica Grecia ai primi festival del XX secolo

Dato che i festival sono stati un momento unico nella storia del XX secolo, ci sembra logico pensare che siano stati inventati di recente. Ebbene una forma di aggregazione simile a questi eventi esisteva già nell’antica Grecia di Pericle e Platone, anche se forse ci riesce difficile immaginarci i due scuotere le teste ascoltando le loro canzoni preferite. Non esisteva di certo il rock’n’roll, ma esistevano le manifestazioni sportive e queste erano accompagnate da spettacoli musicali durante i quali si danzava e ci si divertiva insieme.

Chissà se l’organizzazione di eventi di aggregazione sia un bisogno atavico della razza umana, fatto sta che il mondo ha ripreso a godersi il format del festival nel XX secolo, in particolare in Inghilterra e Stati Uniti, patrie dei migliori musicisti del momento. Risale al 1954 la prima edizione del Newport Jazz Festival, in anticipo di 15 anni da Woodstock: due giorni di musica nel parco del Casinò di Newport durante i quali si esibì tra gli altri Billie Holiday di fronte a 13.000 persone. Il successo fu tale che l’evento venne replicato negli anni successivi, portando sul palco musicisti del calibro di Louis Armstrong e i Led Zeppelin.

Non è ancora il momento della controcultura giovanile, ma non manca molto: Elvis Presley sta iniziando a girare l’America e a conquistare i giovani, ammaliati dal suo talento e dal suo carisma, la stasi culturale della società sta per essere bruscamente interrotta sotto i colpi dei movimenti di protesta, da cui poi verranno fuori il flower power e gli hippie.

Dopo 13 anni dal Newport Jazz Festival, ecco finalmente il primo evento dedicato alla stella nascente della musica, il rock: baciato dal sole californiano, il Monterey Pop Festival indossa abiti succinti e sgargianti, ha come colonna sonora la voce ipnotica di Bob Dylan e la chitarra distorta di un giovane Jimi Hendrix. Sono tre i giorni durante i quali gli artisti hanno occasione di esibirsi e anticipare al pubblico americano la potenza della musica rock di una generazione di giovani pronta a urlare la propria identità.

Il Monterey Pop Festival può considerarsi a tutti gli effetti la prova generale del futuro imminente, il quale prenderà le sembianze di una piccola cittadina dello stato di New York, tale Woodstock.

La magia unica dei grandi festival

I festival sono stati responsabili di eventi di grande fama e prestigio, di straordinarie occasioni di condivisione di una stessa passione, che fosse per un’artista o per un gruppo, di comunione tra gente di qualsiasi età, nazionalità ed estrazione sociale, della notorietà mondiale di località altrimenti sconosciute, di un passaggio di testimone una generazione dopo l’altra, ciascuna con le sue peculiarità, con la propria voglia di affermazione e rivalsa rispetto al passato.

Molti festival della seconda metà del 1900 sono diventati vere e proprie leggende con i loro miti, ossia gli artisti migliori di sempre: Louis Armstrong, Bob Dylan, Jimi Hendrix, Doors, Who, Rolling Stones, Pearl Jam solo per citarne alcuni, hanno calcato i palchi delle manifestazioni musicali più importanti conquistando una folla oceanica di appassionati desiderosi di vivere, al pari dei loro idoli, delle giornate all’insegna della musica, del divertimento, della libertà e dell’eccentricità, urlando a squarciagola le proprie canzoni preferite.

Ciò che ha reso i festival così popolari, tanto da espandersi in ogni angolo del globo, è stata proprio questa straordinaria capacità di aggregazione, diventando a volte eventi epocali, altre volte occasioni di moda e mondanità. Qualunque sia il caso, chi tra noi è stato presente in una delle centinaia di migliaia di edizioni avrà vissuto delle emozioni uniche che ancora oggi lo fanno sobbalzare!

La nascita dei festival musicali per come li conosciamo oggi è da ricercare negli anni ’50, quando il mondo di ieri inizia a sgretolarsi sotto i colpi della nuova generazione, colta da un potente stato febbrile e vogliosa di mostrarsi viva con i primi movimenti di protesta contro il passato dei loro padri. Crescono così le prime iniziative di ribellione che verranno poi sintetizzate alla fine del decennio successivo, nel famoso 1968 che darà vita al movimento hippie e alla summer of love: lotta contro tutte le guerre del mondo, potere alla gente, un livello di istruzione maggiore per tutti, affermazione dell’uguale dignità di ogni sesso e razza, questi sono i valori in cui credono. Tra loro ci sono anche i nuovi musicisti in rampa di lancio, presto protagonisti dei festival più famosi.

Siete pronti a scoprire tutto quello che c’è da sapere sui festival più noti nella storia della musica, sui loro musicisti e sulle date che hanno per sempre segnato il corso della scena musicale contemporanea? Andremo a rivivere le straordinarie emozioni di Woodstock, durante il quale una folla di oltre 500.000 persone visse uno degli eventi più celebri ed emblematici del tempo, e tra loro molti ebbero la fortuna di assistere agli assoli di Jimi Hendrix; ma scopriremo anche come una giovane Janis Joplin fece scoprire il proprio talento al festival di Monterey.

L’epica esperienza del festival di Woodstock

Da genere di nicchia contro cui lottano madri e padri di tutto il mondo occidentale a protagonista delle classifiche musicali, emblema del tempo che cambia: il rock’n’roll e i suoi derivati sono ormai maturi per affermare la propria potenza comunicativa. Dal Monterey Pop Festival del 1967 al 1969, anno in cui si svolge Woodstock, sulla società si abbatte il 1968, la controcultura, gli hippie, la summer of love, il flower power, le comuni di San Francisco, Jack Kerouac e la beat generation, Carnaby Street e la Swinging London, insomma la rivoluzione.

Cosa capissero di tutto ciò le famiglie di quei giovani pronti a spaccare il mondo, non ci è dato saperlo. Quello che invece sappiamo e possiamo vedere è l’oceanica folla di 500.000 persone, affamata di musica, alcol, droghe e sesso, che tra il 15 e il 18 agosto del 1969 invade Bethel, una piccola città nello stato di New York, per il Woodstock Music and Art Fair. Niente sarà più come prima e nessun altro festival si avvicinerà al mito di Woodstock, una manifestazione che andò al di là di ogni aspettativa.

Come non ricordare l’incredibile show di Jimi Hendrix, dal quale è tratto un album dal vivo: il chitarrista statunitense esplose in un’esibizione unica che lo consacrò al mondo e mostrò a tutti il suo talento. Ma sul palco andarono in scena anche i concerti di Joan Baez, di Joe Cocker, di Santana e dei Grateful Dead, che oggi possiamo rivivere grazie al celebre film-documentario.

Woodstock fu inizialmente un fiasco dal punto di vista finanziario, ma il successo inaspettato del festival creò un seguito vivo ancora oggi che lo trasformò in una sorta di brand dall’inesauribile ricchezza economica e non.

Lollapalooza, il festival più famoso al mondo

Quanto sia importante la musica per la nostra vita si intuisce da come a volte ci organizziamo attorno a essa, basta pensare a un viaggio concepito appositamente per andare a sentire il nostro artista preferito. Allo stesso modo, chi organizza i festival è spinto dalla medesima passione e offre a milioni di persone la possibilità di condividere il loro amore per la musica e per i concerti in un’unica location.

Nel corso del XX secolo i festival hanno subito una trasformazione: dai primi tentativi pionieristici visti quasi con scetticismo al trionfo di eventi di massa come Woodstock, dove folle oceaniche si radunavano incuranti del clima e delle condizioni igieniche pur di assistervi, oggi vediamo esaurita la vena di protesta dei movimenti giovanili degli anni ’60 e ’70, restando tuttavia intatta la voglia di divertirsi ascoltando non solo rock ma anche jazz, rap, elettronica e hip-hop.

Lollapalooza

Riconosciuto ormai come il festival musicale più famoso al mondo, Lollapalooza nasce nel 1991 come tributo ai Jane’s Addiction, storica band prossima allo scioglimento. Si svolge ad agosto negli USA senza una fissa dimora e ogni anno attira oltre 160.000 persone.

Gli altri festival famosi

Coachella

Il festival di Coachella si svolge ininterrottamente dal 1999 ed è noto non solo per la qualità della proposta musicale, ma anche per il suo essere costantemente alla moda.

Tomorrowland

Da quando i festival moderni hanno aperto le porte ad altri generi, proprio come quelli jazz degli anni ’50 aprirono al rock, oggi esistono tanti eventi dedicati alla musica elettronica: tra questi il più famoso è Tomorrowland. Ha luogo a Boom in Belgio e coinvolge i migliori DJ al mondo per far ballare più di 180.000 persone.

Rock Am Ring

Il rock resta sempre il protagonista della maggior parte dei festival al mondo. A esso è dedicato il Rock Am Ring, in svolgimento dal 1985 e casa per alcuni tra i migliori gruppi rock in circolazione.

Sziget

Il festival più popolare nell’est europeo. Si svolge a Budapest e ogni anno offre a oltre 400.000 spettatori i migliori musicisti al mondo nonché show teatrali e circensi.

Summerfest

È il più grande festival al mondo, si svolge a Milwaukee nell’incantevole scenario del lago Michigan in 11 giorni durante i quali si esibiscono 800 artisti di fronte a oltre 1 milione di appassionati.